La seconda cascata a mare italiana
E’ una delle uniche due cascate italiane che si butta in mare, si trova sulla costa di Cuglieri molto vicino a Santa Caterina di Pittinuri. Quando la portata d’acqua del Rio Salighes è al massimo, lo spettacolo che ci si trova davanti è impressionante, sembra quasi di essere nelle highlands scozzesi o sulle scogliere irlandesi.
Il tipo di roccia, molto friabile, consiglia di non sporgersi troppo se non si è assicurati da qualche parte; in ogni caso vi sono diversi punti di osservazione in tutta sicurezza. Noi abbiamo provato a calarci per poterla fotografare da un’altra angolazione, ma abbiamo desistito per le troppe rocce che si staccavano e rischiavano di farci precipitare. Quindi è consigliabile non improvvisare manovre di corda o quant’altro possa mettere a rischio la vostra sicurezza.
Camminare lungo la scogliera, facendo attenzione a non avvicinarsi troppo sul bordo, è davvero suggestivo.
Quanto è alta la cascata di Capo Nieddu
La cascata precipita in mare per circa 40 metri creando uno spettacolo davvero affascinante.
Come si arriva alla cascata di Capo Nieddu
Il percorso è facile e non presenta difficoltà, ma se si vuole ammirare la cascata ci sarà da guadare il fiume che porta proprio a S’iscala ‘e s’atentu. In questo caso dovrete fare parecchia attenzione , ci sono delle pietre che agevolano l’attraversamento ma se non si ha abbastanza equilibrio è possibile cadere in acqua.
Dal piccolo borgo di Santa Caterina di Pittinuri si prosegue in direzione Cuglieri sulla SS 292 per circa 3 km e si svolta a sinistra in località La Riforma. Proseguire dritti per circa 1,5 km e parcheggiare l’auto in un posto agevole e che non disturbi i vari passaggi.
Da qui si prosegue verso la scogliera costeggiandola lungo la sterrata per altri 3/4 km di escursione. Fate attenzione al guado se S’iscala ‘e s’Atentu.
Queste sono le coordinate 40°8’48″N 8°27’49″E, per poterla ammirare bisogna attraversare un campo.
La torre di Capo Nieddu
Proseguendo oltre il punto panoramico della cascata è possibile, riuscendo a guadare, arrivare sino alla Torre di Capo Nieddu, che si trova sulla falesia a 68 m ed è in collegamento visivo con la torre di Pittinnuri e con quella di Foghe.
L’attraversamento non è particolarmente agevole e la branda è stata posizionata provvisoriamente recuperandola dal terreno vicino dove era abbandonata. Sconsigliamo comunque l’attraversamento in condizioni di maggiore portata del fiume.
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Cosa vedere vicino alla cascata di Capo Nieddu
Tra le attrattive più belle c’è senz’altro S’Archittu, una caratteristica formazione rocciosa a forma di arco, scolpita dall’azione erosiva del mare e del vento. L’arco di roccia, alto circa 15 metri, crea un paesaggio quasi lunare con i suoi riflessi e si apre su una piccola e deliziosa spiaggia, rendendo il luogo un monumento naturale unico, perfettamente integrato in un ambiente spettacolare caratterizzato da tre isolotti a forma di fungo, anch’essi modellati dall’incessante azione delle onde.
Questo sito geologico ha acquisito il suo nome dalla chiesa di Santa Caterina, unica testimonianza dell’antico villaggio di Pittinuri. Il promontorio su cui sorge l’arco è composto da calcari marini risalenti al Miocene medio (circa 15-11 milioni di anni fa), e la sua peculiare colorazione bianco avorio deriva dalla composizione della roccia calcarenitica.
S’Archittu offre uno scenario magico specialmente al tramonto, quando il sole sembra incastrarsi perfettamente nell’arco, creando un effetto scenografico unico.
I Betili della Chiesa di Santa Caterina di Pittinuri sono stati ricollocati nel cortile nel 1956 quando 4 di questi furono prelevati, si dice per preservarli, dalla Tomba di Giganti di Oraggiana. Erano disposti a semicerchio e uno di questi frantumato fu lasciato in loco.
Il termine Betilo (βαίτυλος baetylus; da bēt el, parole semitiche che significano “casa del dio”, e dio stesso). – Un’iscrizione proveniente dal Mithraeum di Dura chiama maṣṣēbōt o “bètilo” il dio della sorgente di Palmira, adorato a Dura; Filone di Biblo parla del dio fenicio Baitylos (Fragm., 19, i, 7). Il significato di b. si identifica con quello di maṣṣēbōt, cioè le massebe, che erano stele, o cippi, o pilastri di pietra, all’origine non lavorati o rozzamente levigati, spesso con qualche emblema raffigurante il sesso maschile nel caso che la pietra figurasse un dio, o la femminilità quando si trattasse d’una dea. Le massebe cananee erano situate su luoghi alti, detti bāmōt, dove, isolate o a gruppo, eran circondate da un cerchio di pietre che indicava la sede del nume ed il luogo di adorazione (Gezer, Tell es-Safi ecc.).
Un’altro betilo molto bello si trova lungo la stradina che da Tresnuraghes porta a Foghe.
La Cartiera Sabauda di Tresnuraghes.
E’ stata costruita in epoca sabauda con lo scopo di produrre carta, ma dopo anni di lavori (dal 1809 al 1816, secondo alcuni documenti) non entrò mai in funzione e venne abbandonata. Si trova in aperta campagna, in una bellissima valle tra il comune di Tresnuraghes e quello di Sennariolo. E’ un rudere di grandi dimensioni.
Dove dormire a Santa Caterina di Pittinuri
Alcuni suggerimenti per passare un piacevole soggiorno in zona e poter visitare le numerose attrattive del territorio
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