Dal Lago di Uri emerge una storia lunga 15 milioni di anni.
Il nostro reportage dell’agosto 2017, quando il lago Cuga era quasi completamente all’asciutto.
La siccità che sta colpendo duramente la nostra isola sta lentamente prosciugando diversi bacini idrici. Questo fenomeno sta però portando alla luce, (speriamo ancora per poco) reperti che le acque del lago avevano accuratamente occultato.
Primo fra tutti il Nuraghe Chessedu che nell’agosto 2015, ancora sommerso fu oggetto di rilevamento attraverso la strumentazione Garmin. In quella occasione il fotografo Nicola Castangia fotografò anche alcuni spettacolari fossili risalenti appunto a circa 15 ml di anni fa.
Ma la sorpresa più grande non è stata solo l’aver potuto fotografare il Nuraghe, completamente riemerso, ma anche la straordinaria quantità di fossili marini osservabili. Ai margini della vecchia strada asfaltata, di solito sommersa, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi una quantità sorprendente di ostriche fossili.
A quel punto, una volta fotografato il nuraghe, ci avviamo a piedi verso l’isolotto di Alzola sa Cudina, anche questo raggiungibile di solito solamente in barca.
Qui non crediamo ai nostri occhi.
Sotto lo strato in cui è stato edificato il Nuraghe troviamo sedimenti fossili, diverse varietà di conchiglie come le capesante per intenderci, ostriche e meravigliosi esemplari dei ricci marini, echinoidea fossile, alcuni veramente grandi.
Una meravigliosa varietà di fossili marini.
Ma non finisce qui perchè la storia in questo isolotto ha lasciato il segno in diverse epoche.
Ecco che mentre proseguiamo l’esplorazione emergono cave romane, tombe e forse anche resti umani. Marco posa proprio davanti a quella che sembra essere una sepoltura. Nel dubbio abbiamo segnalato la cosa alla Soprintendenza.
Questo il nostro reportage e chissà quante altre scoperte potrebbe ancora portare questo lago!