Le radio ricetrasmittenti trovano un ottimo campo di impiego nell’escursionismo, sia come ausilio tecnico che come presidio di sicurezza. Oggi più che mai, tra le immediate conseguenze dell’epidemia COVID-19 infatti, c’è come tutti sappiamo, la necessità di creare una distanza fisica tra le persone, la cosiddetta distanza sociale per impedire che il Coronavirus si propaghi. Questo deve avvenire in tutti i contesti sociali. Poiché non è raccomandato l’utilizzo delle mascherine nella maggior parte delle attività all’aria aperta, è chiaro che bisognerà mantenere una distanza anche maggiore rispetto ad altre situazioni.
Quando usciamo in escursione siamo solitamente un piccolo gruppo di persone e ci muoviamo in spazi aperti per cui non è difficile mantenere tra noi distanze anche piuttosto ampie, metri o addirittura decine di metri se qualcuno si attarda.
Nelle escursioni tecniche (canyoning, scrambling e abseiling, speleologia) è possibile che ci si compatti un po’ ma si tratta sempre di distanze superiori al minimo richiesto per una buona sicurezza sanitaria.
È chiaro però che se facciamo due conti, un gruppo di persone che cammina a una distanza media di tre metri o più, comporta nei nostri sentieri spesso tortuosi che la guida perda il contatto con l’ultimo e che questo può distare anche molte decine di metri.
Mantenere il contatto via radio
Se abbiamo quindi un’ottima sicurezza per quel che riguarda le possibilità di contagio, d’altro canto ci si ritrova con un gruppo sfilacciato dove ognuno si sente autorizzato a marciare quasi per conto suo.
Ovviamente questo non è raccomandabile. Già da tempo quindi abbiamo introdotto nelle nostre escursioni l’uso della radio per mantenere in contatto il primo con l’ultimo ed essere sempre informati di tutto ciò che accade al gruppo durante la camminata.
Inizialmente lo abbiamo fatto perché nelle escursioni tecniche, nei percorsi di scrambling e abseiling, capitava spesso che nelle calate in corda non fosse possibile avere indicazioni sulla traiettoria di calata, sulla visibilità sul compagno o sulle condizioni alla base della calata. Il vento ostacola la voce e perfino l’indispensabile fischietto a volte non si riesce a sentire bene.
Era essenziale quindi avere un equipaggiamento che garantisse le comunicazioni durante la calata e che in caso malaugurato di incidente fosse anche un supporto all’eventuale intervento del Soccorso Alpino.
Anche durante le uscite di canyoning ci siamo posti il problema e alla fine si è deciso di acquistare una coppia di ricetrasmittenti sulla banda PMR 446.
Il motivo di questa scelta sulla banda è legato al fatto che sono estremamente diffuse, per esempio tra i cacciatori, e sono di fatto uno standard tra gli escursionisti. Esiste poi una Rete Radio Montana che opera su questa frequenza e inoltre sappiamo che il Soccorso Alpino, sebbene utilizzi altri apparati è in grado di ricevere anche su questa banda. Tra l’altro essendo di libera vendita e senza necessità di patentino erano la scelta ideale.
Restava da scegliere il modello.
Era chiaro che ne avremmo fatto un uso intensivo e che ci servivano impermeabili e a prova di urto.
Dopo aver valutato molte marche e molti modelli diversi la scelta è ricaduta sulle G-18 il top di gamma della Midland, abbiamo preferito non scendere a compromessi e finora siamo piuttosto soddisfatti.
Ne abbiamo potuto apprezzare l’utilità sia nei percorsi tecnici sia nelle escursioni di trekking, quando magari un componente del gruppo è stanco e l’assistente della guida si attarda con lui per farlo riposare. Un presidio di sicurezza anche psicologica irrinunciabile.
Piccolissime, ricezione perfetta, robustissime e IP67 cioè resistenti ad acqua e polvere.
In particolare la specifica IP67 significa che:
IP6X – Resistente alla Polvere. È protetto completamente dall’ingresso della polvere.
IPX7 – Protezione dall’Acqua: Possibile l’immersione fino a 1 metro di profondità. Test effettuato per 30 minuti (ovvero oltre i 30 minuti non è più garantito il corretto funzionamento del dispositivo).
Quello che ci serviva insomma.
La ricezione è sorprendente. In un recupero di materiali a Cala Fuili ho percorso una sequenza di calate in solitaria ma in contatto radio con Sara che mi aspettava all’uscita della codula. La mia ricetrasmittente ha mantenuto il segnale anche in condizioni di difficile copertura perdendolo sono nei recessi più interni. In un contesto come Gorroppu o Tavolara non ci sarebbe alcun problema.
Anche in ambiente acquatico si sono comportate molto bene, le ho usate a Piscina Irgas durante un’uscita di Canyoning e sono state perfette pur entrando e uscendo dall’acqua continuamente.
L’autonomia è notevole e restano utilizzabili per giorni, tanto che non so dire con precisione quanto durino le batterie. La mia l’ho usata per tre o quattro escursioni prima di doverla ricaricare.
Un accessorio che probabilmente acquisteremo è l’auricolare in silicone, che permette di operare a mani libere e nelle manovre di corda è senza dubbio utilissimo. Non so però se l’auricolare garantisca l’impermeabilità e se sia quindi utilizzabile nelle forre acquatiche, ambiente piuttosto ostile.
È molto difficile valutarne l’effettiva portata perché gli ambienti sono molto diversi e le montagne ovviamente bloccano il segnale. Però per tutti gli usi normali e distanze di alcune centinaia di metri sono eccellenti, nella escursione a Gorroppu si riesce a comunicare da Genna Silana a Sa Barva e sono alcuni km.
Direi indispensabili.
Note per l’utilizzo
A seguito dell’emergenza COVID-19 è stato emanato il cosiddetto decreto semplificazioni che ha rimosso tutte le incombenze burocratiche relative all’uso delle ricetrasmittenti PMR 446 rendendone ancora più semplice l’adozione e il loro utilizzo senza alcuna formalità.