La Via o “Ferrata” degli Angeli a Tavolara: un percorso escursionistico di grandi emozioni.
Vi voglio raccontare della Ferrata degli Angeli, sull’isola di Tavolara. L’Isola di Tavolara per me che son di Olbia è un po’ casa, a pensarci bene non solo per noi Olbiesi, ma per chiunque abiti in Gallura poiché Tavolara è la prima cosa che ammiriamo al rientro da un viaggio. È davvero la porta di casa e dal punto divista escursionistico e naturalistico è un gioiello che amiamo e a cui teniamo molto. Ci vado spesso, soprattutto d’estate per accompagnare i clienti escursionisti su un difficile sentiero La ferrata degli Angeli appunto, che conduce a Punta Cannone, la vetta di questa piccola montagna in mezzo al mare.
Non sono tantissime le guide che calcano questo percorso e le sue varianti, ma nel corso degli anni alcuni di loro hanno esplorato tutta l’isola e ne hanno scoperto molti segreti, hanno tracciato nuovi percorsi e insieme a qualche alpinista hanno anche segnato delle vie che conducono alla vetta secondo linee più verticali e tanto faticose quanto affascinanti.
Una di queste vie, diventata già una classica è La Via degli Angeli, o anche ferrata degli Angeli e la variante “al Cristo” è quella di cui parlerò in questo articolo.
Come dice la targa apposta all’inizio della via, poco a destra del grottone di Punta La Mandria, si tratta di una via escursionistica impegnativa, con tratti esposti e che richiede l’utilizzo di dispositivi di protezione (casco, imbrago e dissipatore da ferrata) per percorrerla in relativa sicurezza.
Avvicinamento
Ma partiamo dall’inizio, come ci si arriva?
Ovviamente, dal momento che stiamo parlando dell’Isola di Tavolara è necessario ricorrere al traghetto che parte da Porto San Paolo di cui qui trovate gli orari www.tavolaratraghetti.it, in alcuni casi le Guide utilizzano un servizio di trasferimento in gommone.
Dal molo, si percorre tutta la spiaggia verso Est e superati gli scogli si arriva con una scalinata ad un sentiero. Questo conduce al belvedere di Punta la Mandria.
Se si prosegue, dopo pochi metri il sentiero sembra sparire ma in realtà piega a sinistra (indicato da una freccia rossa) e abbastanza rapidamente sale di quota verso la vetta dell’Isola, non ci interessa, se invece si supera il masso che sembra chiudere la strada, si scorge e si può seguire, un altro sentiero, costellato di omini di pietra e segni di vernice rossa che in discesa, ci porta verso l’attacco della via.
Dopo una difficile discesa lungo un pietraia troveremo un grosso masso la cui disarrampicata è agevolata da un cavo in acciaio non troppo spesso, fissato con morsetti su placchette da arrampicata. Un anticipo del tipo di attrezzamento che troveremo più avanti.
Come dicevo la ferrata degli Angeli inizia poco più a destra di un grottone (in realtà una porzione di grotta molto più grande parzialmente crollata in epoche lontanissime), ma non è stato sempre così: il percorso originale infatti partiva da una quota più alta nei pressi della grande pietraia e prevedeva l’aggiramento di uno spigolo molto esposto con un traverso in cavo d’acciaio che attualmente è stato smantellato. È ancora possibile percorrerlo perché ci sono ancorale placchette, ma è riservato a chi ha buone competenze di arrampicata ed è munito di corde e relativi materiali alpinistici. In pratica non lo fa quasi nessuno.
Quindi la Via ferrata degli Angeli al momento è quella che parte dal grottone.
In calce all’articolo trovate il link con la traccia per l’avvicinamento, la salita e il percorso in cresta fino a Punta Cannone.
L’ho presa personalmente con un dispositivo palmare Two Nav Cross e poi editata sull’applicazione per desktop Two Nav Land. Al momento mi sembra la più pulita tra quelle che si trovano in rete e la consiglio in quanto piuttosto affidabile.
Se invece preferite una escursione con Guida, siamo disponibili e abbiamo un calendario per cui è possibile prenotare.
Il percorso
La Via ferrata degli Angeli inizia da un largo muretto, dal quale un tronco di ginepro accanto alla targa sistemato a mo di scala, permette di elevarsi e raggiungere il cavo di acciaio che protegge la salita. Da questo inizio si capisce subito che sarà un susseguirsi di tratti verticali e traversi esposti e che essendo sotto il sole sarà un’ascesa calda e faticosa.
Sbagliare percorso è pressoché impossibile: oltre al cavo che evidentemente deve essere seguito ed utilizzato per sicurezza, sono presenti molti omini di pietra bene visibili e dei segni di vernice rossa praticamente lungo tutta la via, fino alla croce sommitale (il Cristo)
Solo ad un certo punto troviamo in una zona alberata una diramazione a Y nella quale dobbiamo scegliere se andare a sinistra lungo la “vecchia” Via degli Angeli propriamente detta (che poi è quella che vedete in alcune molte foto spettacolari con la risalita in catena e le scale in ginepro), oppure andare a destra seguendo la nuova variante, la Via al Cristo che è quella attualmente percorsa dalla maggior parte delle guide.
Lungo il percorso si alternano tratti protetti da cavo d’acciaio, corde fisse e tratti di sentiero poco tracciato, è anche presente una lunga risalita non protetta su roccia, la cui progressione è una facile arrampicata che richiede comunque estrema attenzione.
Lo spettacolo del panorama che si allarga sotto di noi man mano che progrediamo è davvero emozionante, si guadagna rapidamente quota e col cambiare della luce i colori del mare e della macchia che ricopre le pareti dell’isola diventano sempre più vividi.
La roccia è molto buona ed a un occhio attento non possono sfuggire i numerosi fossili e le formazioni cristalline (anche geoidi) che rendono un vero spettacolo la salita. Essendo molto abrasiva, le scarpe offrono sempre un appoggio sicuro soprattutto se sono scarpe da avvicinamento.
Uno dei punti più belli, un vero e proprio “instagram point” è il passaggio accanto alla madonnina in acciao inox, che si svolge su una cresta molto esposta e spettacolare seguita poi da una verticale che lascia senza fiato, per arrivare infine al Cristo e al libro di vetta.
Da li poi è possibile proseguire in cresta verso Punta Cannone che si raggiunge in circa un’ora di cammino oppure abbandonare la ferrata degli Angeli con due lunghe calate in corda.
Vie di fuga: le calate
In tutte le descrizioni reperibili in rete si fa cenno alla possibilità di abbandonare la via per mezzo di due lunghe verticali da discendere in corda doppia: una di 55m e a seguire una di 35m.
Le calate partono da un punto individuato da un cartello verde con freccia, si sale lungo la linea di cresta dopo la fine della via e l’atterraggio è all’interno di un bellissimo anfiteatro di roccia da cui poi si torna sul sentiero della pietraia.
È un’opzione questa che comporta ovviamente la necessità di portare le corde, un peso non indifferente vista la lunghezza delle stesse, io non le ho utilizzate perché volevo fare la salita fino a Punta Cannone.
I materiali per la ferrata degli Angeli
Alcune parole sull’attrezzamento: molti chiamano questa via La ferrata degli Angeli, ma non è questo il nome che è riportato sulla targa e in effetti io fatico a considerarla una via ferrata in senso classico, si tratta più di un percorso escursionistico difficile e solo moderatamente attrezzato e in alcuni tratti.
Non voglio essere aggiunto al ristretto club di persone che l’hanno criticata. Si tratta persone che sono notoriamente ostili a questo ed altri percorsi simili e che ha fatto scoppiare una “guerra di religione” con strascichi legali e creazione di fazioni. No, non mi interessa dargli voce e non li menzionerò nemmeno.
Però due cose, come del resto ho fatto per la Ferrata di Pentumas, mi sento di dirle: non è un percorso per neofiti e non è un parco avventura.
Non è un percorso per neofiti perché ci sono diverse particolarità nell’attrezzamento, spartano, molto artigianale e che potrebbe generare apprensione e disagio in chi è abituato a soluzioni più pesanti (parlo dello spessore del cavo con relativi sostegni e ancoraggi).
Il cavo infatti è di diametro ridotto, montato su placchette da arrampicata con morsetti di tipo industriale e con giunzioni non sempre comode da attraversare con i moschettoni della longe.
Ecco alcune foto:
Non è un percorso adatto ai neofiti perché ci sono dei lunghi tratti (decine di metri) molto ripidi o quasi verticali e quindi esposti, in cui si sale con l’uso anche delle mani, senza che vi sia un ancoraggio. Vanno quindi saliti in libera perché non proteggibili, non sono tratti difficili, ma proprio la relativa facilità li rende insidiosi.
Non è un percorso per neofiti anche perché oltre all’esposizione, su alcuni dei passaggi stretti in cresta abbiamo un elevato fattore di caduta essendo il cavo appoggiato a terra. Può essere un problema, dal momento che ho visto escursionisti affrontare la via con longe statiche da speleo.
Non è un parco avventura ovviamente, perché non è presidiato, non è controllato e ha un accesso libero, che è una cosa bellissima per me, ma deve essere chiaro che prima di affrontarlo bisogna chiedersi se effettivamente si hanno le capacità per farlo.
Come sempre il consiglio è quello di farsi accompagnare da una Guida.
Bisogna essere in forma, fa molto caldo, è faticoso e le scivolate nei tanti punti esposti possono avere esito fatale, questo è bene che sia chiaro, non è certo adatto a famigliole con bambini.
Però è molto bello e selvaggio e questo ripaga abbondantemente dalla fatica.
Emozioni e fatica
La salita lungo la Via degli Angeli è faticosa, non molla mai e siccome sono diverse centinaia di metri sotto il sole occorre essere preparati.
Lungo la salita non sarà strano incontrare capre, rapaci, corvi imperiali e magari con un po’ di fortuna scorgere i delfini, le pareti sono così verticali che si sentono nitidamente le voci delle persone nelle barche che incrociano sottocosta anche se si è molto in altro e con i venti dei quadranti settentrionali si sta sottovento in una bolla di aria calda che rende davvero faticosa la salita.
Ci ripagano i colori e il panorama, direi più che abbondantemente.
Consigli utili
Servono acqua almeno 2l, sali minerali, carboidrati per uno spuntino veloce e aver fatto una colazione adeguata, anche abbondante, visto che comunque ci si alza molto presto e tra una cosa e l’altra la salita si affronta dopo un paio d’ore.
Si sale con poca attrezzatura, servono solo un caschetto, un imbrago e un set da ferrata (longe con dissipatore), ma se si decide di scendere subito dalle calate allora servono anche due corde da 60m e discensore, ricetrasmittente e materiali vari (fettucce, moschettoni, cordino per NAB, ecc.), lo zaino meglio alpinistico che da trekking.
Contatta una Guida
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Riassunto Scheda Tecnica
- Difficoltà: EEA
- Km A/R 5,63 circa
- Dislivello Totale in salita + 800 circa
- Punto più alto 565 m (Punta Cannone)
- Tempo di percorrenza: Circa 6 ore (persone esperte e gruppi piccoli)
- Consigli: Evitare le ore più calde e possibilmente farsi accompagnare da chi ha già fatto il percorso.
- Lo zaino dev’essere capiente e deve poter contenere l’attrezzatura, l’acqua e il pranzo
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1 commento su “Tavolara, via ferrata degli Angeli”