Quando il sistema carsico del Supramonte è ormai saturo, una “voce” avvisa i pastori che la valle di Lanaitho non sarà più attraversabile finché non si calmeranno letteralmente le acque. E’ Sa Oche che con il boato dell’acqua che impetuosa spinge l’aria attraverso i cunicoli della grotta emette dei suoni, avvisaglie per pastori e escursionisti.
Ed è quello che succede in effetti, se ci trattiene troppo nei pressi del rifugio si rischia di rimanere bloccati nella valle, perché il Rio Sa Oche straripando in seguito all’enorme fuoriuscita d’acqua, la taglia in due e finché il livello non scende non si può proprio passare.
Non c’è un momento preciso in cui si può avere la certezza che si verifichi questo fenomeno, tutto dipende dalle piogge e dal livello che l’acqua raggiunge nell’intero sistema.
Sapevamo che “Sa Oche non era ancora uscita”, così si dice in gergo, ce l’abbiamo tentata e verso le due del pomeriggio ci siamo recati a Lanaitho e dal forte suono dell’Acqua nei pressi del rifugio abbiamo capito che ci avevamo visto giusto: era uscita!
Uno spettacolo.
Abbiamo realizzato qualche scatto prima dal lato del rifugio, ma ormai il sentiero che porta alla grotta era quasi del tutto inaccessibile, il livello dell’acqua stava salendo parecchio. Giusto il tempo di portarci dall’altro lato del torrente, di lì a poco saremo rimasti bloccati.
Sono gli elementi della natura ad avere la meglio, l’uomo può solo osservare impotente e riservarle il massimo rispetto.